Istituto Bonsignori di Remedello - 130° anniversario di fondazione - 11 novembre 1886
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Celebrare il 130° anniversario di fondazione dell’Istituto Bonsignori di Remedello significa rendere grazie per una storia lunga, feconda e profondamente intrecciata con la vita della nostra terra, della nostra Chiesa e di generazioni di giovani.
L’Istituto Bonsignori nasce l’11 novembre 1896, nel paese di Remedello, nella pianura bresciana, per intuizione e coraggio di padre Giovanni Bonsignori e di padre Giovanni Battista Piamarta, oggi San Giovanni Battista Piamarta. In un tempo segnato da povertà, emigrazione e profonde difficoltà sociali, essi seppero guardare lontano, ponendo al centro la formazione dei giovani come via concreta per il riscatto umano, economico e spirituale delle comunità rurali, valorizzando un’area geograficamente depressa.
Il Bonsignori fu pensato come una scuola capace di educare alla terra, non solo come mezzo di sussistenza, ma come vocazione, responsabilità e opportunità di progresso. Coltivare la terra, renderla più feconda e produttiva significava migliorare le condizioni di vita delle famiglie e promuovere una crescita sociale fondata sul lavoro, sulla competenza e sulla dignità della persona.
In questo contesto, l’Istituto si affermò presto come scuola insigne nel panorama agrario italiano, grazie anche al contributo scientifico e didattico dell’agronomo Stanislao Solari, che, unito alla passione di padre Bonsignori, introdussero e diffusero la teoria dell’avvicendamento delle colture leguminose nella rotazione agraria. Un’innovazione che non fu solo tecnica, ma culturale, e che contribuì in modo determinante alla modernizzazione dell’agricoltura.
Nel corso dei decenni, l’Istituto Bonsignori ha formato migliaia di periti agrari, uomini e donne, professionisti che hanno portato e continuano a portare in Italia e nel mondo non solo competenze tecniche, ma anche un patrimonio di valori: il senso del lavoro ben fatto, l’attenzione al bene comune, la responsabilità verso la terra e verso le persone.
In questo 130° anniversario, celebrato in occasione dell’annuale festa dell’Associazione Ex Alunni ed Amici del Bonsignori, svoltasi sabato 15 novembre, lo sguardo si è posato in modo particolare su due figure di ex alunni che hanno lasciato un segno profondo.
Ha raccontato il suo vissuto, l’ex alunno, oggi mons. Luigi Gregori, canonico della Cattedrale di Brescia, testimone di una vita di servizio alla Chiesa, nella fedeltà e nella discrezione.
E’ stata presentata la figura di Giulio Rocca, ex alunno dell’Istituto Bonsignori, diplomato perito agrario nel 1982. Dopo gli studi, Giulio intraprese un cammino di vita radicale e generoso, scegliendo di mettersi al servizio dei più poveri del Sud America, nell’ambito dell’Operazione Mato Grosso (OMG), in Perù.
Anni di volontariato vissuti con semplicità e dedizione lo condussero a una scelta ancora più profonda: offrire interamente la propria vita al Signore. Giulio comunicò al vescovo di Huaraz la sua intenzione di entrare in seminario, manifestando così il desiderio di donarsi totalmente alla Chiesa e al popolo che stava servendo, con queste parole prese dal suo scritto del 17 settembre 1992: «A trent’anni mi sembra che nulla abbia maggior valore che seguire Gesù, lo desidero tanto per riempire il vuoto che è rimasto in me, buttando via tutto ciò che è inutile. Ho paura che tutto finisca presto e di non aver fatto bene. Non voglio perdermi per sempre.”
Pochi giorni dopo, la sera del 1 ottobre 1992, la sua vita terrena veniva tragicamente spezzata: fu ucciso con due colpi di pistola alla testa dai seguaci di Sendero Luminoso, che gli apposero un cartello con scritto: “No alla carità, sì alla rivoluzione”. Nel taschino della camicia di Giulio fu trovato un biglietto piegato, dove, da un lato vi era la lista della spesa, cipolle, patate, ecc. e dall’altro, intriso del suo sangue, una sola parola “JESUS”.
L’OMG ha riconosciuto in Giulio Rocca un martire della carità, testimone di un amore vissuto fino al dono estremo di sé. Grazie all’azione intrapresa dal vescovo di Como, S. Em. Cardinale Oscar Cantoni, si sta avviando il processo per la sua causa di beatificazione, segno di una testimonianza che continua a parlare alla Chiesa e al mondo. Lo stesso cardinale Cantoni, in occasione della S. Messa di suffragio per Giulio, nell’omelia pronuncerà “Il sacrificio di Giulio non è stato vano. La sua figura continua ad affascinare ancora tanti giovani come voi, così che si rinnova pienamente la verità del detto patristico: “il sangue dei cristiani è seme di nuovi cristiani”, di persone, cioè, che comprendono, sul suo esempio, che la vita vale la pena di essere vissuta in pienezza e si realizza nel dono di sé, come Cristo, che ci ha amato e ha dato tutto sé stesso per noi.”.
Durante l’incontro degli ex alunni del 15 novembre a Remedello, la figura di Giulio è stata approfondita e resa viva attraverso le testimonianze di alcuni compagni di classe, del fratello Oliviero e in modo particolare di padre Lorenzo Salinetti dell’OMG, amico e compagno di missione di Giulio, che proprio dopo la sua morte ha scelto la via della consacrazione, al quale il vescovo Cantoni ha chiesto di raccogliere le testimonianze “su” e “per” Giulio Rocca.
La storia dell’Istituto Bonsignori, ieri come oggi, è una storia che parla di educazione, fede, lavoro e speranza. È la storia di un luogo che ha trasmesso competenze, ma soprattutto formato coscienze; che ha generato professionisti, ma anche uomini e donne capaci di spendere la propria vita per gli altri, nel rispetto del solco tracciato dai suoi fondatori.
A cura dello