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RPT: ASSEMBLEE PERMANENTI

Il Coronavirus, i DPCM e i DL, il SISMA (siamo ancora li), le riforme annunciate e realizzate, il processo di costituzione del nuovo soggetto delle professioni intellettuali, l’Equo Compenso e la speranza di un ritorno delle tariffe, la nuova sede, le nuove Lauree Abilitanti, processi di semplificazione (sarà) e così via. Non c’è giornata, settimana, che la RPT non debba essere convocata per affrontare temi importanti che vanno affrontati in tempi brevi. Viviamo il tempo dell’urgenza.

Del resto si sa, ormai le scelte della politica seguono un andamento sinuoso, elettrico, qualche volta convulso ed estemporaneo. Scelte che spesso dimenticano, ovvero non considerano, che il Paese può e deve essere riformato ma il manovratore dovrebbe conoscere almeno i fondamentali della democrazia e del modello socio economico che caratterizza il nostro Paese.

Trovarsi mattina si e mattina no di fronte a qualche proposta legislativa che viene presentata da qualche “ambulante” parlamentare francamente non fa bene all’Italia soprattutto in questo periodo grave … grave … grave e impegnativo. Un tempo che va vissuto recuperando tutte le energie e favorendone la massima coesione e collaborazione.

Qualche volta Governo e Parlamento dimostrano ancora un qualche residuo di rappresentanza popolare interloquendo con i gangli rappresentativi della società. Assistiamo così a costituzioni di Tavoli Tecnici, Commissioni, audizioni. Qualche volta, anzi più di qualche volta, invece, occorre rincorrere il decisore perché distrattamente, o forse arrogantemente, pensa di governare come fosse amministratore delegate di qualche micro ditta. Ed allora ci troviamo costretti, le professioni intellettuali si trovano costrette, a rincorrere, anche affannosamente, rispolverando conoscenze personali di questo o quel politico, di questo o quel partito. Su altre decisioni, la Rete delle Professioni Tecniche, forte della rappresentanza di “tutti” i professionisti dell’area tecnico scientifica, grazie anche all’autorevolezza del suo presidente riesce almeno a “farsi ascoltare”.  E in questo periodo non è cosa di poco conto.