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NON PUÒ RIMANERE TUTTO COME PRIMA (andrà tutto bene?)

di Lorenzo Venturini - Presidente Collegio Periti Agrari e Periti Agrari Laureati SI-AR-FI

Nei mesi scorsi, abbiamo letto e sentito tante volte l'incoraggiamento "andrà tutto bene!" ...ce lo auguriamo di cuore ma, perché vada tutto bene, non possiamo sperare che tutto torni come prima!
Hanno e abbiamo costruito e permesso un sistema produttivo e sociale in cui tutto è stato concentrato. Gli insediamenti produttivi come quelli abitativi, i sistemi della logistica, quelli finanziari, e così via.
È chiaro, è lampante come le economie di scala e molti altri motivi ci abbiano portato in questa direzione; forse oggi ci è chiaro come questo sistema non possa durare all'infinito. L'orizzonte temporale andrà rivisto...non si può aspettare che passi la tempesta sperando, solo sperando, che vada tutto bene. Il covid-19 non è solo un episodio, una sventura capitata per caso... Passata questa emergenza sanitaria, ne potranno arrivare altre; le conseguenze economiche e sociali di questo periodo non passeranno in breve tempo; quello che stiamo provocando e subendo al tempo stesso incide sull'ambiente, sul clima, sul territorio, sulle coltivazioni, sulla salute...sulla vita!!

In tanti abbiamo detto "dobbiamo ripensare il modello produttivo, il modello di sviluppo"; ma chi, da solo, ha la possibilità di pensarlo giusto? Lasciamo a chi ne ha capacità e potere (magari stessero di casa insieme) lo studio del modello giusto, ma non rimaniamo ad aspettare che qualcuno faccia qualcosa.

L'impegno personale non può essere rimandato; produttori e consumatori, amministratori e amministrati, prima di essere decisori, siamo tutti responsabili come cittadini dei gesti e delle scelte di tutti i giorni.

La possibile soluzione purtroppo non uscirà da queste poche righe; io conosco una parte del mondo agricolo e vedo che molto si può fare per produrre meglio e tutelare l'ambiente, più di quanto già non si faccia. Chiudendo qui il ragionamento, potremmo dire agli agricoltori e ai loro consulenti di fare bene il loro lavoro e avremmo risolto almeno in parte i problemi dell'ambiente, del clima, della salute...invece no!

Gli agricoltori sono sempre lì, tra i pochi a fare un lavoro anche manuale, e ci permettono tutti i giorni di avere il cibo sulle nostre tavole; se non troviamo il modo di valorizzare le loro produzioni nella piccola e nella grande distribuzione, chi darà loro lo stimolo e soprattutto le risorse per fare meglio?

Se non mettiamo l'agricoltura in condizione di realizzare in tempi brevi e costi contenuti quelle strutture che sono necessarie oggi, come potranno gli imprenditori agricoli sviluppare le loro attività?

Se non si creano i presupposti per incrementare il valore delle produzioni biologiche, a cosa serve continuare a mettere fondi comunitari nel sostegno agli agricoltori Bio, se non a fare in modo che questi sussidi siano necessari all'infinito?

Se continuiamo a preoccuparci di come e dove smaltire i tanti rifiuti provenienti dagli imballaggi senza privilegiare decisamente l’utilizzo degli imballaggi derivati da vegetali, come sarà possibile offrire una opportunità produttiva agli agricoltori riducendo al contempo l’utilizzo di plastiche solo in parte recuperate nell’economia circolare?

Se nelle nostre case troviamo ancora bicchieri e piatti di monouso non compostabili, chi vogliamo che risolva i nostri problemi?

E se permettiamo che prodotti agricoli a basso costo facciano il giro del mondo per arrivare sugli scaffali dei supermercati conservando ancora un costo inferiore a quelli locali o nazionali, come potremo guardare in faccia o nostri figli e dire loro "andrà tutto bene!" mentre devastiamo questa nostra terra?

Forse andrà tutto bene...di sicuro dipenderà anche da me!