BRAGA INCONTRA IL PROF BERTAGNA. LE RIFORME SONO DAVANTI A NOI, NON VOLGIAMO LO SGUARDO ALTROVE

Occorre avere il coraggio di riformare il nostro sistema di istruzione e di formazione. Non è più tempo di strumentali posizioni antistoriche. Il prof. Bertagna, ordinario di pedagogia generale e sociale, è attualmente direttore del Dipartimento di Scienze Umane e sociali dell’Università di Bergamo, uno di quei laboratori che hanno tracciato alcune indelebili linee su cui costruire i lavori, le professioni del presente e del futuro.

Non serve tracciare ruolo, storia, passione, impegno, instancabile provocazione a sollevare la testa verso quella società, formata da giovani e famiglie che nei percorsi scolastici trovano la ragione della valorizzazione della loro dignità umana a professionale, per ritagliare il curriculum del Prof. Bertagna. Il curriculum, come si sa è pubblico. E neppure serve riproporre ruoli pedagogici, trascinati anche dentro le istituzione per renderli pedagogia dei lavori, per scoprire che, purtroppo, le voci più ispirate spesso non vengono sufficientemente ascoltate. Anche la pubblica istruzione, in quell’incompiuta Costituzionale che non ha saputo creare in Italia il sistema di istruzione professionalizzante, distinto dal sistema di istruzione e formazione professionale, si è spesso mossa come una nave senza timone nel bel mezzo di continue tempeste, sospinta ora da questo, ora da quel vento o da quell’onda.

La sua lucidità e la libera qualità del suo pensiero e del suo progetto, ne fanno un riferimento certo per tutti coloro che intendono approcciarsi, avvicinarsi al sagrato delle riforme. Riforme per una società che non può permettersi di bruciare “risorse umane”, professioni manuali e intellettuali e neppure risorse sociali, (Quanti costi si sobbarcano le famiglie e lo Stato per non saper affrontare con decisione la domanda che emerge dai luoghi del vivere?)

Ed è per questo che il Presidente ha voluto incontrarlo, consapevole che lo sforzo che i Periti Agrari e Periti Agrari intendono affrontare per esprimere il loro pensiero sulle riforme annunciate, in parte avviate, in parte mai considerate, non può prescindere da un ispirato e qualificato “libero Pensiero”.

 

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