BUON COMPLEANNO “ITA DALMASSO” DI PIANEZZA 40 anni vissuti per i “figli dell’agricoltura”

 

 Ripercorrere la ricchezza e i contenuti della Giornata celebrativa del compleanno dell’ITA Dalmasso non è facile. Una grande figura richiede sempre un approccio in punta di piedi mai superficiale. A far affiorare tutta la dimensione umana e professionale del Prof. Dalmasso ci ha pensato la sapiente regia del Prof. Guido Pomato, (iscritto al Collegio dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati di AL-AT-CN-TO e Valle d’Aosta) un appassionato insegnante che non si ferma mai alla superficie dei fatti. Del resto le tracce del Prof. Dalmasso sono profonde e hanno segnato la viticoltura del novecento.

Una memoria che è ancor viva nei suoi vitigni e nei suoi vini ancor oggi. O meglio, oggi trovano e ritrovano una nuova gioventù, grazie alla sensibilità e alla vocazione di uomini che si donano alla scuola, alla ricerca e alla sperimentazione di una terra unica e meravigliosa.

Memoria, storia, ruolo e funzione di una moderna scuola agraria, viti e vino che hanno in se la paternità del Dalmasso si sono intrecciati come nelle corde usate nelle cave di Carrara.

Il convegno, come consueto si è aperto con i saluti delle autorità che da queste parti sono identificate con le persone che hanno dato, donato la loro vita per formare generazioni di giovani: i mai dimenticati presidi. La commozione viene respirata con quei sentimenti di vera gratitudine che si manifestano in calorosi applausi. Uno dopo l’altro la Prof.ssa Maria Clara Bellone Levi (la prima preside del Dalmasso), il Prof. Fiore Maurizio e il Prof. Raffaele Tavano, e un commosso ricordo del prof. Pietro Paolo Dieni scomparso prematuramente. L’unica istituzione presente il Sindaco di Pianezza che ancora una volta ha voluto rimarcare il profondo legame fra la comunità e la scuola. Scuola di comunità e di scienza.

A conclusione dei saluti è intervenuto il Presidente Nazionale, che era accompagnato dall’ex Presidente Benanti e dal Presidente dell’interprovinciale Roberto Frova. I Periti Agrari e Periti Agrari Laureati sentono gli ITA come una loro famiglia. Un saluto non formale perché il Collegio rappresenta non solo i 15.000 iscritti ma tutto quel mezzo milione di Periti Agrari portale della nostra società italiana. Ed ancora Braga, va ormai ripetendo da tempo che gli ITA devono essere riconosciuti quali centri di sperimentazione diffusa per tutta l’agricoltura italiana.

Da qui il respiro del convegno si è fatto lungo.

Il ricordo vissuto fatto dal Prof Roberto Paglietta del Perito Agrario (Professor) Dalmasso è stato toccante, intriso di fatti inediti che presentano la grandezza di un uomo che ha segnato la scienza della viticoltura italiana. Un uomo conosciuto nel mondo che come una linea di congiunzione ha unito l’Est con l’Ovest italiano. Il Cerletti di Conegliano, un suo frutto. L’università di Torino il suo campo d’azione più importante. E dai suoi studi, dalla sua ricerca su nuovi incroci, ecco affermarsi vitigni che sembrano incontrare i gusti della modernità del bere. Albarossa, Bussanello e molti altri. Bello è stato anche il ricordo familiare del Dalmasso, presentato dalla nipote la prof.ssa Giovanna Petrone, Un ricordo che scorreva fra immagini e racconto. Un ricordo che ancora una volta fa affiorare la grandezza dell’Uomo Dalmasso che coniugava rigore scientifico, sacrificio professionale, instancabile ricerca del nuovo, legame ai valori della vita e della famiglia.

Il resto della giornata sono state alte lezioni tecnico scientifiche sui vitigni ottenuti per incrocio dal Dalmasso (Prof. Franco Mannini) attuale presidente della fondazione Dalmasso. “Incroci spontanei e incroci deliberati: origine dei vitigni tradizionali e moderni” svolta dalla prof.ssa Anna Schneider –IPSP – CNR. E ancora. Il prof. Vincenzo Rolle del dipartimento di Scienze  Agrarie, Forestali e Alimentari, anch’egli Perito Agrario del Dalmasso, che ha presentato l’importanza della caratterizzazione enologica di incroci e selezioni.

E per concludere alcuni produttori hanno raccontando il loro impegno per produrre “l’Albarossa e il Bussanello” e affermarli nel mondo.

La sintesi della giornata la si poteva raccogliere negli occhi raggianti  della Preside la prof.ssa (Dottore agronomo) Roberta Bruatto. Dalla Passione e dalla dedizione si sprigiona la missione educativa che rende unica la nostra scuola agraria italiana.

 

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