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DALLA “CLAUSURA” UN AUGURIO CHE ACCOGLIAMO, FACCIAMO NOSTRO, PERCHÉ CI INDICA CHE FINE E INIZIO DEVONO RITROVARSI “NEL FINE” DELLA NOSTRA AVVENTURA UMANA

1-12-2020

Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia.

 Gv 1,1-18 | qui il testo integrale

OGNI FINE È UN INIZIO

L’ultimo giorno dell’anno ci riporta all'inizio.

Per finire bene, bisogna ricollegarsi a ciò che sta al principio e fondamento della nostra vita. Certo, a volte si è molto felici che certi anni siano passati, perché magari sono stati un pozzo di problemi e di sofferenza o di cose difficili da vivere. E sicuramente il 2020 lo ricorderemo come uno di quelli! Ma un cristiano, accanto agli eventi negativi, sa collocare anche la gratitudine. Noi non possiamo vivere l’ultimo giorno dell’anno non ricordandoci che siamo figli di Uno che ci ha salvati, che ha riempito di luce le nostre tenebre e che ci ha dato il potere di diventare figli di Dio. Il prologo del Vangelo di Giovanni, vuole incidere a fuoco, dentro ciascuno di noi, che Cristo si è fatto carne della nostra carne. Così è stabilita la fine della nostra radicale solitudine e nella memoria dell’incarnazione possiamo trovare la forza di vivere sempre con gratitudine ogni istante della nostra vita, anche il più doloroso. Ecco perché "la fine", per noi cristiani, è sempre una memoria "del fine". Solo se apriamo gli occhi allo scopo della vita, al suo vero fine, allora possiamo trovare il coraggio di guardare in faccia anche la fine senza avere paura, ma anzi riuscendo a dire anche ad alta voce il nostro grazie. "Ringraziamo il Signore per questo anno che abbiamo trascorso. Certamente per nessuno è stato facile. Tutti, chi più chi meno, abbiamo dovuto sostenere molte difficoltà, ma non vogliamo far mancare il nostro ringraziamento a Dio."

Buon 2021 nel Signore! (le sorelle Clarisse)